Capita spesso di ricevere domande circa l’ottimizzazione della stampa dei barcode da applicare sull’attrezzatura per gestire al meglio il magazzino. Durante l’allestimento e lo smontaggio dell’allestimento non è raro rovinare le etichette applicate così da rendere impossibile la lettura attraverso i lettori a disposizione in magazzino. Ecco alcuni modi per risolvere il problema.

Purtroppo, è un problema che tutti, se gestiscono il magazzino in modo preciso e puntuale cioè individuando gli strumenti con matricole dedicate, sono costretti ad affrontare.

La nostra esperienza ci ha portato a fornire tre soluzioni che possono risolvere in parte il problema. Vogliamo sottolineare che l’utilizzo costante del materiale durante gli eventi porterà comunque ad un deterioramento dell’elemento identificativo il quale dovrà essere periodicamente sostituito.

Soluzione 1: RFID
La prima soluzione e sicuramente la più costosa è quella di utilizzare, anziché etichette classiche tag RFID. Questi hanno il vantaggio di poter essere inseriti all’interno dei flycase o essere attaccati direttamente sul prodotto e non necessitano di essere lette ma semplicemente lavorano in prossimità.

Il costo delle etichette è esiguo ma il costo dell’hardware necessario è estremamente elevato. Un lettore costa circa 2.500,00 € e in più ci avrete bisogno di un programmatore per poter abbinare l’etichetta all’articolo fisico programmando i meta-tag. Abbiamo sempre utilizzato lettori RFID della REDWARE acquistabili dal distributore italiano RFIDGLOBAL (https://www.rfidglobal.it). Sono molto professionali e hanno un supporto clienti eccezionale.

Soluzione 2: Data-Matrix e QR-Code
Per contenere i prezzi è possibile utilizzare lettori barcode Android con codifica di tipo datamatrix o qr-code. In questo modo si riduce lo spazio di stampa e di ingombro dell’etichetta che può essere applicata anche a elementi ridotti come i cavi.

Per quanto riguarda questo secondo punto abbiamo notato problemi di usura delle etichette e le soluzioni adottate per allungarne la vita sono principalmente due:

1. Nei contenitori di tipo flycase è stato applicato un dispositivo di plastica trasparente (come quello dei nomi sulle cassette delle lettere) nel quale inserire all’interno l’etichetta corrispondente. Questo garantirà una protezione addizionale all’etichetta evitando strappi accidentali.
2. Sui cavi o componenti dove lo spazio è ridotto l’etichetta è stata protetta da uno strato di nastro adesivo trasparente o da una guaina di plastica trasparente termo-riscaldata.

Non nascondiamo che periodicamente vanno ri-etichettati perché spesso vengono tranciate o addirittura perse. Per quanto riguarda il problema dell’etichettatura dei cavi, in alcuni casi, i nostri clienti hanno smesso di etichettarli singolarmente ma utilizzano un flycase come fosse un KIT composto dagli stessi cavi. In aggiunta, per rendere le operazioni di carico/scarico più veloci è stato aggiunta all’interno del baule una etichette con il dettaglio di tutto il contenuto.

Soluzione 3: Etichette di stoffa (in test)
Ultima soluzione che stiamo analizzando da un po’ di tempo è quella dell’utilizzo di etichette non in carta/plastica ma in stoffa/vinile: questa idea l’abbiamo presa in prestito da un settore un po’ particolare ovvero quello delle lavanderie industriali. Abbiamo notato che sono molto resistenti e al tempo stesso molto leggibili dai normali lettori di codici a barre. Inoltre, si strappano con difficoltà perché il tessuto oppone un superiore grado di resistenza alla pressione. Il costo della stampante da utilizzare, che è una stampante specifica, è di circa 1.200,00 € (termica con ribbon dedicato alla stampa su stoffa). Ovviamente le etichette e il ribbon sono più costosi della media ma non hanno prezzi inavvicinabili e migliorano la possibilità di resistenza all’usura.

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